nessuno più mi conosce
perché il mio conoscerti
passo a passo mi cambia
come un primitivo
che impari l'alfabeto
o un essere tenuto imprigionato
che d'improvviso sia liberato.
E così acqua e piante
giardini tropicali
-ma rigorosamente bluette-
bestie selvagge sulla moquette
accanto alla tua bocca,
tra le lenzuola stese,
tane improvvisate
nei barattoli di latta
da quando ti conosco,
ma poi lunghi baratri, ombre
luminescenti e tentazioni
simulazioni di morte e resurrezione.
Strade che gli altri non sospettano
mentre io cammino l'apparenza
sul mio solito binario
e dico le parole che si dicono
e ascolto le cose che si ascoltano
e faccio i gesti che si fanno
ma intanto grattacieli subacquei
e abissi celesti, mangrovie e coccodrilli
di paglia, fresche allucinazioni
a colazione, eserciti di zucchero
-le mie povere difese sciolte in un caffè-,
che io ti conosco
e questo mondo mi cambia negli occhi
e non c'è solitudine più grande
di questo segreto
che mi cresce nel petto,
l'amore.