giovedì 8 agosto 2019

Procrastinazioni rituali

Sì, qualcuno riposa sempre
in una nave in cammino
ignaro dei fulmini e delle crepe
all’albero maestro.
Riposa qualche organo
in un corpo malato
come avvinto a una sua eternità 
apre e chiude i suoi vasi
come una ghiandaia il suo nido
con qualche foglia.
Per qualche ragione 
anche io riposo 
nel nostro noi agonizzante
e anche tu riposi
entrambi abbiamo le spalle 
di un contadino con la pelle dura
che ogni giorno da molti giorni 
coglie grano dal suo campo arso.
Abbiamo gli occhi velati
di una tessitrice di quattro lustri
che trova alla prima la cruna dell’ago
e sa che è merito del foro largo
della saliva e della paura: 
ogni cosa si ripete
fino a  che non muore,
dice alla sua ancella celeste
ancora novizia e maldestra 
disabituata al morire.
E riposa mentre intreccia
trama e ordito con un dito.
Così io riposo 
e tu riposi
e sibilano alla nostra porta
molti venti e molte piogge
qualche nido si disfa
il grano biancheggia
si sfilacciano gli orli dai tessuti.
E pronunciamo noi all’unisono 
con la ghiandaia
il contandino e la tessitrice
la nostra formula rituale
“ci penseremo domani”
E ci gustiamo le provviste 
i nidi le coperte
lasciamo fare ai presagi 
-quante rondini solcarono il cielo?
furono dispari o pari?
in che direzione fu lanciato il sale?-
poiché qualcuno sempre indugia
sempre riposa in ciò che meglio gli viene.
E a me viene bene 
questo amarti sfiatato 
coi minuti contati.
Ci pensiamo domani.

Ph.J.Uelsman