giovedì 12 febbraio 2015

Per mai smettere l'attesa

Su di te m'interrogo
come su di un perimetro nero
rettangolare e deciso
posato sopra uno strato 
sottile di neve
in una distesa a perdizione
senz'alberi o case
o monti schermo in orizzonte.

In una distesa sconfinata
senza cielo o lune
fa la nebbia da tenda continua 
tesa s'una finestra immaginaria
e tu perimetro
da dentro e da fuori ti osservo 

Dentro mi rannicchio
ginocchia al mento
alzo un muro e poi un altro
da ognuna delle tue quattro righe nere
mi copro alla nebbia che mi copre
e così un bacio denso e invisibile 
e poi un altro
alla nebbia che solidifica tra i muri
-ha braccia e mani e labbra ora-

Fuori sconfino nell'infinita assenza
infinita... infinita
A cogliere ora fiori di nebbia
con mani grossolane
figure di un attimo tra la neve
rose bianche e biancospini
e con schiena pesante
mi sdraio adesso sul tronco 
dell'albero invisibile
con scarpe di cuoio
salgo l'immaginaria montagna 
e con occhi miopi
scruto dalla vetta aguzza 
oltre cui altre montagne e alberi 
e vallate di nebbia
-inesistenti-
tutte le attraverso 
-quanti ghiacci e crepacci!-
in ciò che chiudi fuori cercandoti

Infinita... infinita la tua assenza
schiude la corolla infreddolita 
a mille primavere
sbocciate quand'ero abbracciata
al tuo ventre di nebbia
e ti scucivo il perimetro
Penelope silenziosa 
dietro l'immaginaria montagna
per mai smettere l'attesa



2 commenti:

  1. ciao Alice. Una strana poesia dove sembra esserci una doppia visione (dentro - fuori ) in cui i limiti che si oppongono (perimetro - orizzonte ) si scambiano. Nel dentro si scopre la famigliarità, anche nei ricordi, nel fuori sembra quasi uno scoprirsi dei propri limiti. Ma sembrano quasi limiti imposti da chi, l'altro, nel camminare fuori non guarda ma cerca, ma se stesso non altri. Quindi un'attesa ma diversa da chi si è salutato, sembra invece una attesa per un addio, forse non compreso e che quindi ha lasciato una speranza. Tutto questo sembra percorso dal sentore dell'immaginario ovvero di ciò che si vorrebbe ma non è vero. E quindi anche lo scontro tra immaginazione e razionalità. Insomma un insieme di immagini e quindi sensazioni a cui si vorrebbe dare un ordine per togliere dai propri occhi quella nebbia. Brava.

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    1. Grazie del tuo commento. In realtà in questo caso l'assenza è foriera di apertura, l'Altro ha dei confini che possono essere osservati da una doppia prospettiva: rivolti verso l'interno - e quindi anche fonte d'introspezione- o verso l'esterno -che è però sempre proiezione dell'interiorità-. Un'attesa nell'assenza che arricchisce in ogni caso.

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