sabato 4 febbraio 2017

Una considerazione (quasi) d'amore

Pensa che al mondo
ci sono anfibi
che così bene si adattano 
all'acqua e alla terra.
E uccelli che all'unisono 
virano in cielo
e così bene riconoscono 
il tempo di migrare.
I cammelli, che hanno oasi
nelle gobbe.
E pensa poi ai sempreverdi
che svettano incuranti del gelo
e alla dignità delle pietre
alla necessità della pioggia.
Alle cascate che non dissipano
cadendo la loro acqua.
Alla geometria e ai frattali 
della neve e delle coste.
Alla foglia che ritorna
ogni primavera
nella millesimale estensione del suo ramo.
E poi, poi pensa che tra gli uomini
ve sono di così potenti
che persino conoscono la verità 
sulla storia e sulle guerre
-alcuni persino sugli alieni,
sui maremoti e sull'universo.
Altri che decifrano codici stellari.
Altri ancora che percepiscono
fini vibrazioni sonore
e le scrivono in note di basso
e di violino.
Alcuni corrono veloci
come i ghepardi.
Altri vanno nello spazio
cibandosi di cibo artificiale
e non temono di uscire dal grembo
dell'atmosfera.
E poi ci sono i cattivi
gli esperti in torture 
i sadici veri
gli assassini
quelli che odiano i neri. 
E poi, immagina, 
da qualche parte puoi trovare 
anche gli ultimi indiani
gli sciamani del Machu Picchu
gli aborigeni australiani
i monaci tibetani.
E, tra i buoni e i cattivi,
tra i vicini e gli stranieri,
i ladruncoli e i ladri di borsa
i fraudolenti, gli iracondi, gli accidiosi.
I matti tristi e quelli felici.
I buoni e i santi
e i mediocri perfetti.

E poi, tu pensa,
ci sono io.
Che ti amo.



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