sabato 15 aprile 2017

Bisogna attardarsi


Dovremmo attardarci.
Ma non per i ginepri in fiore
per gli scrosci silvestri
per l'angoscia ancestrale
dei latrati lontani.
E neanche per il tepore 
di questa giungla urbana
per queste chiacchiere notturne 
di ferraglie e bottiglie.
Di certo non per queste terrazze
di ulivi e rimpianti
per i mostri
che attorcigliano cielo e terra
-fili e rotaie e nubi-

Dovremmo attardarci
sulla punta d'un dubbio:
e se fosse questo il giorno
che fioriscono i sassi
che rimane acceso il sole
che rinascono i morti?

Mi scosti dal viso
una ciocca
e dici: sciocca.

Bisogna attardarsi.
Potrebbe essere la sera
che parlano i gatti
che camminano gli alberi
che alle sorgenti ritornano i fiumi.

Ti chiudo forte la mano
nella mano
e dico: ri-mani.

Potremmo attardarci
e non per questo nostro battibecco 
di pensieri e baci
né per una nostalgia qualsiasi
agitata tra liquori, sudore e sogni
e neanche per l'affetto che viene
guardando un fiore caduto e schiuso
s'un lembo d'asfalto scuro.

Potremmo attardarci.
Come fosse la prossima
l'alba in cui sarà svelato
il grande segreto
in cui troveremo scritta
la formula del cielo -sul cielo-
quasi fosse un gran bassorilievo.

Mi soffi in fronte
un pensiero 
e dici: mistero.

Giri le spalle, 
andiamo.

Eppur m’attardo
e ti guardo:
e se fosse tra poco
il momento che m'ami?



3 commenti:

  1. Cara Alice,
    mi fa davvero piacere avere scoperto il tuo blog.
    Mi sembri proprio una bella persona:-)

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  2. Grazie Vincenzo,
    un caro saluto.
    Alice

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  3. Bella poesia Alice,bravissima!Nella vita l'attesa può essere un bel sentimento....

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