lunedì 20 luglio 2015

Cose che non capitano

Ma tutto si riduce infine
a quell'unica frase
che con occhi annebbiati
mi dicesti una mattina:
"A noi non capiterebbe"

E mai ho inteso
a quale sciagura alludessi
-se allo strecciarsi di due mani
allo sgomitolarsi di una trama e un ordito
all'impossibilità di una rima baciata
se addirittura alla striscia di Gaza 
o al muro di Berlino
oppure a tornadi, tsunami, terremoti-

Ma più corazzata al mondo
me ne sono poi andata,
a tratti ripetendomi,
se qualcosa doleva 
tra le mie quattro mura d'aria:
"A noi non capiterebbe"

E pur adesso
che a noi anche è capitato,
sopra un cumulo di macerie
vado ripetendo sicura
quella tua prima preghiera
che ora non credi più:
"A noi non capiterebbe"


7 commenti:

  1. Prima di tutto: mi dispiace che le mie prime parole non erano come passaggi all'interno di un santuario. Tutte le tue poesie insieme sono –anche quelle apparentemente più frivoli– tremore del Sacro. La sua lettura completa è bellisima e devastante. È la ripetizione infinita dell'orrore in tutti i suoi gradi, dissolvenza in depressione e malinconia. Visto complessivamente, tuoi versi sembrano scaturire da una fontana congelata del dolore, e tutta la felicità apparente è appassita. Carissima: ho letto già quasi tutti (ho stampato); prometto che cercherò di ottenere il regalo per voi di una parola più appropriata. Ma io prenderò tempo. Non so se sarò in tempo, perché mi sento che ti manca poco per chiudere le porte del tempio. Non so esattamente perché lo faccio. Forse perché è strano trovare Pedro Salinas e Antonio Machado nella steppa ipnotica dei tuoi versi; forse perché il tuo silenzio formano un palindromo con le mie diffetose parole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se tu abbia dimestichezza con la psicologia oppure se tu sia un bravissimo osservatore, ma è straordinario come tu riesca a leggere la mia storia attraverso quella dei miei scritti. Ti ringrazio.
      Hai forse anche ragione a dire che un Tempio si sta chiudendo (ma poi Tempio è eccessivo), però ho intenzione di mantenere una fede, anche se senza sovrastrutture e idoli. Grazie della tua attenzione

      Elimina
    2. Cara Alice,

      Ti assicuro che quello che ho intenzione di dire trasporta tutto l'affetto del mondo. Ho evitato di essere più precisi. C'è una tomba nel centro del tuo Santuario. All'interno è l'Uomo amato da te, deificato attraverso la costruzione di un mondo sacro, un affascinante mitologia completa, all'interno della quale Alice è ancora. Le tue poesie raccontano cuasi la totalità della tua vita; é chiaro che queste poesie non rispettano l'ordine cronologico; ma la tua vita è raccontata in loro. Penso che siete pochi stadi intermedi molto importanti aggiungendo; così sembra a me che si chiuderà presto la tomba di cui parlavi (o ti girarás intorno gli stessi argomenti). Forse qualcosa "sulla parte esterna dei tui testi" che ti guida in questa direzione. Tutta Alice è rotta in due (sei molto consapevole di esso); ma forse il più importante dualità potrebbe verificarsi tra il sacro e una realtà materiale sconsacrata, senza Senso. La tua è una continua lotta per dare un senso alla tua vita e all mondo. Credo che dopo la morte di quell'Uomo la tua vita è una preghiera (le tue poesie sono quasi tutte costante dialogo tra un Uomo morto e quella parte di te che ha vissuto quando Lui ha anche vissuto). Lui vivi, Lui morti, Tu prima della sua morte, Tu dopo la sua morte: i principale persone dalla conversazione; e tutti dentro di Tu in questo momento.
      Non si tratta di idoli o sovrastrutture, ma quella fede che dici andrà in diretta dopo di loro. Quando sia completa la tua storia, quando la tomba sia chiusa, cosa rimarrà sepolta: un essere umano o un Dio? In entrambi i casi già non si può continuare a pregare. Dove quindi cercate il senso della tua vita? Mi risponde che in te stessa?; il problema è che non vedo (potrebbe essere mia colpa) evoluzione reale verso qualcosa veramente nuova nella storia della tua vita dopo la morte di Lui. Tutto sembra fermo, congelato, sommerso.

      Parole tue: "Non è bene ignorare i messaggi che vengono da lontano […]".

      Ti assicuro che non voglio farti del male, ma non so come spiegarmi meglio.

      Elimina
  2. Cara Alice,
    Ho finito di leggere le tue poesie. Quasi tutto ha un senso e già è possibile costruire una narrazione che rispetta l'ordine cronologico.
    Nella foto che presiede il tuo Google + (che riunisce sei piccole intorno al centro di grandi dimensioni), tu hai sintetizzato mirabilmente la parte essenziale della storia dell tuo rapporto con Lui. È, al tempo stesso, una pala d'altare e un'icona religiosa.
    Quando ho detto che non riusciva a trovare nulla di veramente nuovo in tui poemi, volevo dire che le tue poesie (che sono splendidamente inquietante, bellisime) concentrano sul trascrivere la tua vita passata, ma ci sono molto pochi tasti per futuro (ritorno a te del tuo "inchiostro", salvezza attraverso la parola, ecc.; ma tutto ciò è conosciuto per te da molto tempo fa; é significativo il titolo della tua penultima poesía: “Non passa mai nulla”). Al di là di Ulisse e Penelope, penso che avete bisogno di immaginare/sognare (imagine/sogno di te) con più libertà (molto di più), per essere in grado di guidarti verso un futuro molto diverso dal passato…

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho capito bene cosa intendi, hai ragione (mi pare sempre ed è strano :)... Di solito sono io quella che ha ragione, ma la sensazione è in fondo piacevole). Grazie di avermi letta

      Elimina
  3. "Grazie di aver letta." Queste parole sembrano indicare che la mia missione è finita. Potrebbe essere così. In ogni caso, il tuo mondo ho abitato per pocchi giorno, ma con grande intensità. In realtà, quasi tutto è stato a dire (ma forse mio aspetto nella tua vita era destinato esclusivamente per sbloccare si; sono stato anche utile per me).
    Devo andare per pochi giorni; non sarò a portata di mano qualsiasi computer…
    Con totale sincerità, confesso che mi piacerebbe mantenere in contatto con te e il tuo mondo, ma attraverso email private. Se ti pare bene, fatemelo sapere; se non, il tuo silenzio è sufficiente.
    Il semplice fatto di averte conosciuto è stato molto prezioso per me, perché mi ha fatto vedere, con un esempio vivente, che può non morire un po' ogni giorno, ma al portare frutto alla morte.
    Sei diversa, cara Alice; e sai questa cosa -e ambizione questa cosa-, ma non sempre è quello che pensi.
    Se non ho la possibilità di dirti: i palindromi sono belle perché sono perfetti; il suo inizio fa corrispondenza con loro finale, hanno la capacità di invertire il tempo e annullare l'entropia: se "camicia" fosse un palindromo, potrebbe trasformarsi per vestire i morti. Alice, desistere dallo sposare un morto (per la terza ed ultima volta). I palindromi rendono equivalente 'prima' e 'dopo'; e, di conseguenza, anche la 'sopra' e il 'fondo': questa è la spiegazione delle tue fotographie invertite. Meraviglioso esempio di Paul Delvaux in cui sei tu colui che viene dall'alto, la Luna. A proposito: l'illustrazione dell'albero con le radici separate e il suo centro sull'abisso si riferisce te e i tuoi due "genitori".
    Inoltre: all'interno di AMANDA è ANA: "A (MA) N (D) A", che dice sempre "NO" a ciò che il mondo cerca di si impone; si desidera essere violino (solista) e per rimuovere tutte le lettere dell'alfabeto, per rimanere su "N" di negazione pura. ANA vuole essere perfetta (è un palindromo) e lasciarsi morire. AMANDA è anche quasi ARANCIA ('ARANCIA’ è un palindromo imperfetto, cioè, deludente). ARANCIA ritiene in grado di riprodurre la famiglia di mandolino. ARANCIA dice sì a tutto ciò che offre il mondo; sarebbe riempire tutte le lettere dell'alfabeto (crede che merita di morire). I due sono stati salvati grazie a volare con le ali di litio; ma queste ali assente in bianco e nero e ti lasciano in grigio.
    Amate la vita attraverso i morti. Il tuo vero padre (così debole, incapace di difendersi dal tuo caos interno, morto/ausente tanti anni fa); primo marito di tua madre (idealizzata mascolinità) o un altro amante... E ora/ancora - la tua testa non pare conoscere tutto il tuo cuore-, la poesia di Pedro Salinas è un matrimonio di là di tempo e spazio; ancora fantasticare con lo svuotamento della norte, dell tempo e spazio. No tren-espina in tuo fianco, per favore
    Come sei molto intelligente, vedrete in queste righe quello che sono: un tentativo di tenersi in contatto con te, rafforzare i legami. Ma, se la tua destinazione fino ad ora è stato riscaldare nella tua riflessione della luce (sono sicuro che cambierà), anche sapere la mia e accettare - stancato, chiaro: anche io non sono abbastanza saggio.
    Fino quando sia il tuo desiderio, mia carissima ALICE TRA BUIO…

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mio "grazie di avermi letto" non voleva essere conclusivo. Ti avrei chiesto anch'io di scrivermi privatamente. Penso tu abbia la mia mail. A presto e buon viaggio

      Elimina