lunedì 13 luglio 2015

Ti è caduta la Luna!

Va bene.
È successo molto tempo fa.
È successo qualcosa, qualcosa di simile alla Luna.
Una lontananza ti ha d'improvviso sfiorato, s'è fatta vicina. 
Hai potuto accarezzare con le mani i crateri, affondarci la faccia, mangiare la polvere bianca.
Hai potuto camminare leggera, rimbalzare in alto, senza che ti richiamasse la gravità alla terra.

Forse perciò non hai visto quanto siderale era intorno lo spazio. 
Quanto danzavano, sprezzanti, le comete per un cielo nero.
Come lontana, da ché la Luna era così vicina, s'era fatta la Terra. Che non distinguevi più i monti e i mari e i deserti, trascuravi i dettagli, i climi, i confini. 

Ma avevi la Luna, aspra e bella, che in un giorno appena potevi girarla a piedi e saperne i contorni, contarne i giorni, tu tutta rinchiusa in segreto su quel pianeta lontano che s'era fatto vicino.
E così andava veloce sulla carta la mano, possedevi l'oggetto dei poeti, di vederli ti pareva col naso all'insù, coi colli iperestesi, a prendersi uno spicchio a testa mentre tu, ah, tu avevi la Luna, in carne ed ossa, a te tutta aperta, senza spicchi e pleniluni, senza ombre e vociami confusi.
Non aveva il tuo senno in una boccia, ma aveva il sapore delle cose perdute e pur senza una pozza d'acqua era stato come tornare a una prima lontana purezza -che strano dirlo adesso-, la purezza perfetta di chi sogna la Luna.

Forse perciò non hai visto come eri isolata in una tuta grossolana e che, senza casco artificioso e artificiale, non potevi respirare.
Che non aveva da offrirti neanche un mattone, perché la Luna, lo sai, ti fa volare ma non ha gravità per farti restare.
Che ogni anfratto era inabitabile, roccioso, contundente. 
Che nei crateri, in realtà, non c'era niente.
Che i melmosi sogni che aleggiavano intorno erano spaventapasseri per bambini troppi ostinati e niente, eccezion fatta per te, era vivo.

Ma era la Luna, la strepitosa Luna, quella che avrebbero tirato giù con una fune tutti gli amanti, quella per cui la notte ululano i lupi, sognano i gatti.
La Luna dei naviganti, dei forestieri, dei cavalieri.
La Luna, la Luna!
L'orologiaio delle notti stanche, la luce screpolata del buio, lo sguardo del primo cannocchiale, l'amore del Sole, gli americani e i russi e gli alieni occhieggianti.
La Luna, la Luna!

Era bella la Luna, quando era lontana. 
Quando era solo ciò che si sperava.


Ti è caduta, si, ti è caduta la Luna!


(Torna indietro, adesso, la Luna è caduta, i poeti non scrivono più, i cannocchiali sono puntati ad altre galassie e per le rotte notturne ci sono strumenti più sofisticati. E le cose perdute, beh, quelle rimangono sempre, non si trovano mai.)





9 commenti:

  1. La Luna es el Amor: no te desvelo
    nada que no haya sido: todo ha sido
    intocable en el Mito que te ha herido.
    Es un mismo volar tu cielo y vuelo.

    Y, sin embargo, sabes que tu suelo
    sabrá dar al cabello florecido
    nueva ceniza, que no ha sucedido
    en el fuego abrasado de tu hielo.

    Eres fragilidad erguida en punta;
    eres ápice hundido en quebradizo
    deseo de que haya un pasadizo

    que lleve a una dispersa Unidad junta.
    Eres dos veces ser en lo que crece,
    y eres amar que más amor merece.

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    1. Thanks for reading my blog from abroad, I really like all of your comments... I'm helping myself for translation with Google translator as, unfortunately, I don't speak spanish. Go on follow ing me, if you like to.

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    2. Cara Alice:

      Non inglese, per favore; io te capisco mello in la tua lingua italiana (l' inglese e un trauma per tutti spagnuoli). Come porrei vedere, il mio italiano é INVENTATO. Nunca (never) io ho studiatto questa bellisima lingua. Perdón (sorry) per tutti brutti errori (horrori?) chi mi disposo a perpetrare. En fine... Ogni familiaritá con la tua lingua é debuta a dui fattori: la lettura de "PROUST, ARTE E CONOSCENZA", di Lorenza Maranini, e il fatto di habere ascoltato te, ore e ore, parlando sul Jung in video prodiggiosi. Repito una altra volta: non so italiano, ma sono capace di intendere (intelligere/understading) te in la tua poesia (superba!!). Ditto questo, io affirmo (io dico/I tell you): tu sei una fanciulla deslumbrante/glittering: il tuo mondo sommerso, pieno di anémone, di meravigliosa inconcretezza, e, efettivamente, un "apice sommerso". In un doppio senso: come busca (ricerca/search) di une forme chi li conferiscono una sua ultima deffinizione chi arrive a la plenitú, a la completezza de il Sere (Being). E... Tu sei il Principio femminile della creatione (creation/realtá dell mondo) . É piu chiaro per me che la Luna (il mondo notturno, in genere/generally) non é altre cose ma il palido (biancho, devaluato, nihil) sostittuto de quella apolinea solaritá che rimane della tua adolescenza. Il tuo mondo -annemone, sommersione, inconszenza- crida/clama/chiama per un Principio maschile che ti manca, e quello tu hai hippostatizzato (that you have converso in cosa, in ente, in ojjeto), come scussa (excusa/razzionalizacione) per non vadere al di lá. Questo Maschile é traszendente a il tuo Mito. La Morte e Perfetta (ma tu non) -la Maschia/máscara di Agamenone/Agamenón ti scussa/libera de la ricerca di ogni realizzacione empirica de il suo rostro. Ma tu, principessa de la porcelana (ceramica?), you have in te stessa la vita chi rimane, il chaos ctonico chi dimanda una verticalitá apolínea. En fine: la tua autoconsziencia (Molle: natura naturans; Poesía: natura naturata) mi lassa (me deja) stupefatto. Il tuo sapere, diventato una oscura (dark) autoconsziencia, é il sapere de tutte le donne; ma tu sei una "donna angelicata", divisa tra (entre/in) la geometrica solaritá de lo perfettamente conosciuto e la saggezza de la notte in cui gli opposti si rincontrano (?). Tu sei, io dico, quella bellezza que, ctonica in se stessa, e solare, e a questo solare aspira.

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    3. Cara Alice:

      Non inglese, per favore; io te capisco mello in la tua lingua italiana (l' inglese e un trauma per tutti spagnuoli). Come porrei vedere, il mio italiano é INVENTATO. Nunca (never) io ho studiatto questa bellisima lingua. Perdón (sorry) per tutti brutti errori (horrori?) chi mi disposo a perpetrare. En fine... Ogni familiaritá con la tua lingua é debuta a dui fattori: la lettura de "PROUST, ARTE E CONOSCENZA", di Lorenza Maranini, e il fatto di habere ascoltato te, ore e ore, parlando sul Jung in video prodiggiosi. Repito una altra volta: non so italiano, ma sono capace di intendere (intelligere/understading) te in la tua poesia (superba!!). Ditto questo, io affirmo (io dico/I tell you): tu sei una fanciulla deslumbrante/glittering: il tuo mondo sommerso, pieno di anémone, di meravigliosa inconcretezza, e, efettivamente, un "apice sommerso". In un doppio senso: come busca (ricerca/search) di une forme chi li conferiscono una sua ultima deffinizione chi arrive a la plenitú, a la completezza de il Sere (Being). E... Tu sei il Principio femminile della creatione (creation/realtá dell mondo) . É piu chiaro per me che la Luna (il mondo notturno, in genere/generally) non é altre cose ma il palido (biancho, devaluato, nihil) sostittuto de quella apolinea solaritá che rimane della tua adolescenza. Il tuo mondo -annemone, sommersione, inconszenza- crida/clama/chiama per un Principio maschile che ti manca, e quello tu hai hippostatizzato (that you have converso in cosa, in ente, in ojjeto), come scussa (excusa/razzionalizacione) per non vadere al di lá. Questo Maschile é traszendente a il tuo Mito. La Morte e Perfetta (ma tu non) -la Maschia/máscara di Agamenone/Agamenón ti scussa/libera de la ricerca di ogni realizzacione empirica de il suo rostro. Ma tu, principessa de la porcelana (ceramica?), you have in te stessa la vita chi rimane, il chaos ctonico chi dimanda una verticalitá apolínea. En fine: la tua autoconsziencia (Molle: natura naturans; Poesía: natura naturata) mi lassa (me deja) stupefatto. Il tuo sapere, diventato una oscura (dark) autoconsziencia, é il sapere de tutte le donne; ma tu sei una "donna angelicata", divisa tra (entre/in) la geometrica solaritá de lo perfettamente conosciuto e la saggezza de la notte in cui gli opposti si rincontrano (?). Tu sei, io dico, quella bellezza que, ctonica in se stessa, e solare, e a questo solare aspira.

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    4. Yo respondo en español , así que me siento yo pagaré vuestro trabajo ( muy apreciado ) y para hacer cualquier malentendido apertura concreta para una comprensión más profunda : gracias , en primer lugar por la atención y la empatía con el que leer y escuchar . Gracias por tus palabras vienen , precisamente, cuando sea necesario y es extraño que alguien tan lejos podrá hacerme reflexionar sobre algunos aspectos de mí que se sienten tan actual.
      A veces sucede que un hombre me dice que soy un ángel , entonces por lo general los hombres prefieren no tener ángeles guardianes ( deje en paz! ) , Así que me resigno a revolotear un poco solo y triste y con ganas de fuerzas chthonic y primordial , que traer de vuelta a la esencia de la tierra , como usted dice .
      ( Pero no estoy tan especial! )

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  2. Rispondo nell mio italiano inventato (e pieno di errori), perche il translatore di Google occide il senso de ogni texti. Grazzie per fare l' sforzo di scribbere in la mia lingua (ma sono piacciuto di leggere te nella tua).

    Peró tu sei specialissima. In te s' aggiuntano (unen/join) dui aspetti, non frecuenti isolati (insieme sono incredibile!): la tua accutissima sensibilitá poética (la quale ti fa posibile re-creare un mondo compiuto, pieno di belezza e malinchonie -piu o meno visibile questa ultima-); e la tua inteligencia, aplicatta a un mondo concettuale -la psicologia profonda di Jung, per example(?)- chi ricobbre (recubre) i tui poemi di una varietá exuberante (essuberante?) e di multi capi (levels) di letture posibile. Di un altro lato (in adition to this?), la maniera facilisima come tu ti disenvolve (desenvuelves/sveluppo) sul materie non dotate di legerezza (i tuo comento delli videi, per example), significa una capacitá di aplicare lo astratto a ogni casi concreti: la tua poesia e un esiemplo (example). Cio e aplicabille sul luoco de la creazione estetica; una altra cosa puo essere nella vita stessa, en la quale, cara Alice, tutti siamo come argonauti che hanno dimenticato non solo la via de ritorno a loro casa, ma, in adesso (in adition to this) hanno dimenticato il proprio viaggio (travel). Per cio ti dico tu sei molto speciale (e in la tua singolaritá, en la tua bellezza di cuore e in la tua capacita di resonare nell (in) cuori di altri, captando (knowing) la sua interioritá), tutto cio, dico, ti fa creatice e soffrente. Tu sei una farfalla chi vede piu lontano in il suo vuolo, ma i cui colori poche (few) persone sono capace di vere, a causa (by) de la altitudine...

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  3. En fin: un comentario mío ha debido de saturar el "post" anterior, y sin darme tiempo a finalizarlo (pido perdón). No sé qué ha pasado (es lástima haberlo perdido).

    Serán estos días...

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  4. Finalmente /at last, io sono capace/I was able to write il mio luongo/long comento. Sorry per questa RAFFAZZONATURA che hanno diventato.And sorry if alcuna cosa, per piccola che sia, e percibita come offensiva,

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