giovedì 29 marzo 2018

Di te soprattutto mi ricordo il futuro

Di te soprattutto
mi ricordo il futuro, 
ad esempio al primo istante 
ho rammentato con esattezza di come 
centottanta giorni dopo all’incirca
si sarebbero scontrate
le labbra tue e le mie,
alle otto meno diciassette di mattina
davanti a una libreria chiusa.
E ciò sarebbe stato motivo 
di ritardo, invero modesto
ma sufficiente a
 ingenerare un cortocircuito temporale.
E ricordai precisamente
che un venditore ambulante
ci avrebbe sorpresi 
mentre molto sorpresi
gli compravamo il gambo di una rosa
senza la rosa.
E che, d’altra parte, non troppo ci sarebbe importato
di non aver schiuso il fiore
perché ciò che più di noi ci piace é l’attesa
e quindi ricordarci sempre 
con un po’ di dilazione,
rimandandoci gli incontri
e così le partenze 
le vidimatrici gli addii.
Così, girando il cucchiaino
in un caffè senza zucchero,
sconfinano in altre vite
i nostri ricordi:
mi ricordo benissimo, ad esempio,
che nella prossima vita
saremo insieme bambini
e faremo un gioco sciocco
nelle giornate invernali
quando sporgendoci ai due lati 
di un vetro appannato 
rideremo del bacio impresso sulla finestra
e dopo scapperemo arrossendo 
per aver fatto quella cosa 
che molto tempo prima
facevamo da grandi.

(Dei tuoi baci, lo sai,
soprattutto mi ricordo il prossimo)






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