Rimarranno poche cose:
l’esoscheletro delle stagioni
una tazzina vuota
la circonferenza del mondo
non perfettamente tonda.
E rimarranno i fili del bucato
le gabbie delle lanterne,
i quattro punti cardinali dei crocefissi.
Forse le ombre degli spaventapasseri rimarranno
gli spazi bianchi tra le parole scritte
i crateri della luna.
E di noi due -almeno questo mi consola-
la distanza rimarrà, il vento
l’esoscheletro delle stagioni
una tazzina vuota
la circonferenza del mondo
non perfettamente tonda.
E rimarranno i fili del bucato
le gabbie delle lanterne,
i quattro punti cardinali dei crocefissi.
Forse le ombre degli spaventapasseri rimarranno
gli spazi bianchi tra le parole scritte
i crateri della luna.
E di noi due -almeno questo mi consola-
la distanza rimarrà, il vento
tra i sonagli scossi dai baci
due lancette nere
appese a una crosta di calce
due lancette nere
appese a una crosta di calce
le nostre dita gialla e blu
sopra un foglio.
Rimarrà il tonfo -sordo-
del tuo arrivederci.
Poche, poche cose rimarranno:
in calce lasceremo un negativo
e diranno che morendo
ci scattò una foto -mossa-
la nostra nostalgia.
Rimarrà il tonfo -sordo-
del tuo arrivederci.
Poche, poche cose rimarranno:
in calce lasceremo un negativo
e diranno che morendo
ci scattò una foto -mossa-
la nostra nostalgia.
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