lunedì 10 maggio 2010

IL REBUS


Il sole. Una collina. Il grano. Giallo.
Il sole. Una duna. La sabbia. Gialla.
Il sole. L'oceano. Un'alga. Gialla.
Il sole. Un treno. Un segnale rotondo. Giallo.

GIOCATORE A. C'è una soluzione. Che tutti i componenti abbiano qualcosa in comune lo capisce: sono gialli.
Lei ha le mani minute e graziose, le unghie impreziosite da smalto trasparente.
Tra i pezzi del puzzle trova distanze abissali, più grandi del suo universo. Non ha mai visto le dune di sabbia e non ha mai visto l'oceano. I treni e le colline, quelli sì, ma pensandoli li vede grigi. Non gialli.
Le viene da ridere dell'ardua impresa.
Dovrebbe tenere tutte e quattro le immagini nella mente, poi connetterle per risolvere il rebus.

GIOCATORE B. Tratteggia forsennatamente una linea curva, senza staccare la mano dal foglio. Ha la mano paffuta e rosata.
La linea ovviamente l'ha fatta gialla.
Questa gara la vincerà lei di sicuro.
Non le importa di non aver mai visto le dune gialle e l'oceano. Non é così importante: l'oceano è solo un mare molto grosso e molto arrabbiato. Le dune sono come colline, però al posto dell'erba c'è la sabbia, come quella della spiaggia dove va d'estate. Il treno... il treno è per ora la sua spina nel fianco, non capisce il nesso, ma è sicura che risolverà il problema. Ha già mordicchiato il primo colorino e di solito le idee più brillanti le vengono quando ne ha mangiati almeno due o tre. Così le capita a scuola.

GIOCATORE A. Pensa al treno che non ha preso. O meglio, sospirando pensa che di treni ne ha persi tanti. Ma di sicuro uno lo ha perso più degli altri.
Il treno parte. Un segnale giallo gli segna la traiettoria.
Il treno è partito tanto tempo fa. Ma gli indicatori gialli sono sempre lì, coesistenti a ogni viaggiatore. Forse, se si mette sulla loro strada, percorrerà la strada del treno perduto. E la voragine di tempo tra sé e il treno? Forse il suo cammino forsennato incurverà lo spazio e creerà una scorciatoia tra gli antipodi della terra, tra la partenza e l'arrivo, tra le colline e il deserto.

GIOCATORE B. Ha mordicchiato la seconda penna.
Il treno non parte. Non può partire. Perché la luce gialla continua a lampeggiare e il capotreno non capisce se deve accelerare o se deve star fermo. E' come quando deve attraversare al semaforo, la mattina, davanti a casa per andare a scuola e da verde diventa giallo. Se va, rischia di trovarsi faccia a faccia col rosso da un momento all'altro e l'esito potrebbe essere catastrofico. Se non va potrebbe perdere l'attimo e dover aspettare ancora un altro noiosissimo, lunghissimo ciclo del semaforo. Questo dubbio dura una vita. Intanto, nell'ipotetica stazione gli altri treni sfrecciano. Certo, non hanno questi segnali pieni di confusione. Lei non sa se salire o no sul treno. Un treno indeciso non è molto affidabile.

GIOCATORE A Per riprendere il suo treno deve stare sul treno o deve stare fuori dal treno?
Se sta sul treno originario, questo deve ancora partire. Seguirà, certo, la linea gialla che va dalle colline gialle alle dune gialle. Sarà lo stesso treno per quanto riguarda la rotta, lo stesso spazio, ma il tempo sarà perso per sempre.
Se sta fuori dal treno e immagina la destinazione, forse la sua immaginazione raggiungerà il treno, ma perderà lo spazio per raggiungerlo.

GIOCATORE B Odia i viaggi. Li trova noiosi. Si va, ma tutto è immobile, attorno. Per questo ha deciso di non salire sul treno. Odia stare seduta sul sedile e vedere davanti a sé la stessa immagine, la stessa signora, per ore ed ore. Invece, fuori, le immagini corrono troppo veloci. Vede i campi sconfinati e non può posarci le scarpe, respirare l'acredine dell'erba bruciata d'autunno. Vede il mare, che a poco a poco, tra due fenditure affrontate di terra, s'increspa e perde l'orizzonte. Diventa rabbioso, potente, pieno di schiuma. E' tutto giallo. Completamente giallo e rabbioso. Ma non c'è tempo per capire che sulla superficie galleggiano esanimi centinaia di alghe. Il treno s'è rinfilato nella grotta scavata tra le rocce di granito.

GIOCATORE A Deve prenderlo il treno. Il tempo assoluto forse lo perderà, ma al cospetto dell'eternità, quando sarà giunta a destinazione, ci sarà il suo pensiero per la meta di allora e la sua presenza nella meta di adesso. Quelle due sequenze di tempo si guarderanno negli occhi e nascerà di certo un incontro.
In questa nostra terra al posto dello spazio vuoto c'è l'oceano. Lo spazio vuoto, solcato dalla luce, è nell'universo la misura del tempo.
L'oceano, percorso da un capo all'altro da un filare di alghe disposte a ponte, davvero gialle, è sulla terra la misura del tempo mentale.
Sul treno avrà il tempo per camminare su tutto quel ponte, su quel vuoto così profondo e pieno di vita, che le ha fatto scordare il treno, per tutti questi anni.

GIOCATORE B Senza prendere il treno ha guadagnato un bel po' di tempo. Ha capito. Non servono i treni per muoversi. Basta la mente.
Lo fanno anche alla televisione.
Ha capito anche la risoluzione del rebus.
La parola è trasformazione.
Perciò non c'è nessun viaggio. Ogni luogo è già l'altro e ogni altro è già un luogo.
La linea collega le colline al deserto. Nella linea, nascosti, vi sono il treno e l'oceano, che sono il percorso. Ma con la sua tecnica sono essenziali quanto un filo per tenere su le perle di una collana. Invisibilmente necessario.

GIOCATORE A E' arrivata! E' arrivata, finalmente. La parola è trasformazione... ma quanto tempo ha impiegato per trasformarsi!

GIOCATORE B E' arrivata! E' arrivata, di già. Sì, ha vinto anche lei: la parola è trasformazione... facilissimo, un istante.

Sì, una duna è come una collina. Ma al posto dell'erba, gialla, c'è la sabbia, gialla. Come quella della spiaggia dove è sempre andata, ogni estate. L'oceano è come il mare che lambisce quella spiaggia, solo un po' più spumoso. Il treno passa con difficoltà tra i campi, perché sono arati e non può rovinare il raccolto. Passa con difficoltà anche tra le dune, perché il vento le scuote e le rende mobili. Per fortuna esiste qualche ponte sull'oceano e così talora se la può cavare.
Viaggiando dalla campagna al deserto ha imparato che è più desolata la campagna, millenaria e identica, che non il deserto, che ritrova ogni volta in evoluzione come il cammino delle dune scosse dal vento.
Ha imparato che ogni partenza è già la meta e viceversa.

Ha le mani minute e graziose, impreziosite da un velo di smalto trasparente. Ha i capelli grigi, la pelle grinzosa, gli occhi affidati a una saggia rassegnazione. Ed è piena di nostalgia per i suoi treni perduti. Quelle mani sono un po' tremolanti e trattengono con emozione quel foglio di carta ove si uniscono con una riga tracciata senza staccare la mano dal foglio quattro immagini gialle. Una mano paffuta e rosata. Quella mano che, tanto tanto tempo prima, era stata la sua.

2 commenti:

  1. Scusa se vado un attimo off-topic, ma volevo segnalarti un forum appena nato, dedicato agli Scrittori e poeti in particolare, ed a qualsiasi forma d'Arte e cultura, dal cinema alla musica, dai fumetti alle belle arti, dalla fotografia alla grafica digitale, musica, letteratura e tanto altro. Ci farebbe piacere se venissi a dare un'occhiata, e se vuoi, a condividere con noi le tue Emozioni.
    Ecco il link:
    http://scrittoricreativi.forumcommunity.net/

    Grazie e a presto.

    ps. ovviamente l'invito è esteso anche ai tuoi amici :)

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  2. Carissimi roby e samy,
    vi ringrazio dell'indicazione. Sarò felice di partecipare.

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