domenica 21 dicembre 2014

Inverno


E adesso ghiaccia 
tra la neve i petali
Lasciali aperti
alla giusta distanza
Lo stame occhio sbarrato
coricato con in mezzo una luna

Non sgualcirli

Che sia il freddo 
una bianca coperta
E s'intravvedano 
da trame di ghiaccio
i colori ora sbiaditi
come una non comune 
tenace memoria.

E soffia talora 
un colbacco di vento
che accenda le diafane bocche 
e in massa le schiuda 
sotto la spessa scorza.

Tieni quel fiore soprattutto
che fu di un amore improvviso
piegagli i petali appena
come mani giunte in preghiera
E se premerà per sciogliersi
in mezzo all'inverno
tu, inverno, più forte cristallizza 
intorno, tieni slanciato
il gambo ormai blu.

E se vorrà tentennando parlare
tu, inverno, di tacere fagli segno
Addormentalo 
tra gli uscieri del gelo 
che neri solcano il cielo
calamite sospese
a chiamare una terra
vuota di segni
che inciampa in impronte.

E digli
tu digli che dorma
alla sua paura mostra
come rapido ancora 
il fiume che pare 
immobile scorre
Come aspettano di risorgere
dalle tane i fiati
Come si scrollano 
di siccità passate
i pini affollati di neve.

Queste cose digli
cullalo piano
tra i rimbrotti stalagmitici
dei tetti e dei camini
e sempre ricordagli il calore 
con un freddissimo abbraccio
e così custodiscilo
lui che fu fiore
di un improvviso amore
custodiscilo -ti prego-
almeno fino a primavera.

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